Pesante come un macigno
e terribilmente straziatante
è stato il mio grido d’aiuto
una notte d’estate,
le luci blu e una sirena spianata
per me il silenzio più assordante,
Per gli altri il terrore e l’attesa.
Pesante come un macigno è
la verità da portarsi dietro
la verità da dire agli altri,
la verità da spiegare alla famiglia,
E successivamente ai medici.
Ma sono viva
la verità è anche questa,
Sono viva e con le mie piccole gambe
faccio passi da gigante verso
una vita più spensierata,
verso il cambiamento e la stabilità
e con questi versi cerco la serenità.
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Sanguisuga
Come una sanguisuga
Succhi il mio sangue e lo infetti,
Infetti la mia anima
E i miei respiri li rendi pesanti
Aumenti i miei battiti
E mi fai saltare il cuore.
Succhi le mie energie
proprio come fossi una sanguisuga,
Mi rendi stanca,
Mi mandi in paranoia
Ed io non posso niente
Perché tu sei forte,
più forte di me.
L’unica cosa che posso fare
È continuare ingurgitare pillole
per metterti all’angolo e farti tacere,
ma anche questo
rende il mio corpo più stanco
e la mia mente più contusa,
Sei maledetta ed assetata
Ed io impotente e disperata.
Il tempo
Scappa, veloce correndo
il tempo scivola come sapone,
come un pesce guizza via lontano lontano
dalle mie sottili mani.
Il tempo da me scappa via, correndo correndo
come fosse arrabbiato come fosse un uragano.
La mia figura non distingue
il giorno dalla notte.il buio e la luce continuamente
giocano e si sovrappongono di colpo.
E quando forse dovrebbe andare più veloce,
più lento d’una lumaca va questo tempo.
Quando attendere è più snervante lui
come un verme striscia, fastidiosamente lento.
Come vorrei poter avere il controllo,
ma impotente sono difronte a lui
che domina la mia vita e la gira e rigira a suo piacimento.
Io che dipendo da lui,
io come un pesce rosso giro
e rigiro nervosamente nel mio acquario,
quell’acquario che rispecchiale quattro mura della mia dimora.
Ed io che lentamente mi muovo all’interno di essa
mi lego nell’assordante silenzio
nel vuoto di quattro pareti.
silenziosamente prendo fuoco,
rosico perché impotente non posso che attendere.
E non c’è cosa più snervante che possa fare di pazientare.
Come quando da ragazzina rimembri che il natale è poco distante
e impaziente ne aspetti l’arrivo
ed il giorno precedente la vigilia
t’accorgi che non cambia niente
e che forse è meglio il capodanno.
la festa e il delirio di chi sfatto e fatto
aspetta l’arrivo d’un nuovo anno
per dimenticare quello passato.