Scappa, veloce correndo
il tempo scivola come sapone,
come un pesce guizza via lontano lontano
dalle mie sottili mani.
Il tempo da me scappa via, correndo correndo
come fosse arrabbiato come fosse un uragano.
La mia figura non distingue
il giorno dalla notte.il buio e la luce continuamente
giocano e si sovrappongono di colpo.
E quando forse dovrebbe andare più veloce,
più lento d’una lumaca va questo tempo.
Quando attendere è più snervante lui
come un verme striscia, fastidiosamente lento.
Come vorrei poter avere il controllo,
ma impotente sono difronte a lui
che domina la mia vita e la gira e rigira a suo piacimento.
Io che dipendo da lui,
io come un pesce rosso giro
e rigiro nervosamente nel mio acquario,
quell’acquario che rispecchiale quattro mura della mia dimora.
Ed io che lentamente mi muovo all’interno di essa
mi lego nell’assordante silenzio
nel vuoto di quattro pareti.
silenziosamente prendo fuoco,
rosico perché impotente non posso che attendere.
E non c’è cosa più snervante che possa fare di pazientare.
Come quando da ragazzina rimembri che il natale è poco distante
e impaziente ne aspetti l’arrivo
ed il giorno precedente la vigilia
t’accorgi che non cambia niente
e che forse è meglio il capodanno.
la festa e il delirio di chi sfatto e fatto
aspetta l’arrivo d’un nuovo anno
per dimenticare quello passato.