Pesante come un macigno
e terribilmente straziatante
è stato il mio grido d’aiuto
una notte d’estate,
le luci blu e una sirena spianata
per me il silenzio più assordante,
Per gli altri il terrore e l’attesa.
Pesante come un macigno è
la verità da portarsi dietro
la verità da dire agli altri,
la verità da spiegare alla famiglia,
E successivamente ai medici.
Ma sono viva
la verità è anche questa,
Sono viva e con le mie piccole gambe
faccio passi da gigante verso
una vita più spensierata,
verso il cambiamento e la stabilità
e con questi versi cerco la serenità.
Come una sanguisuga
Succhi il mio sangue e lo infetti,
Infetti la mia anima
E i miei respiri li rendi pesanti
Aumenti i miei battiti
E mi fai saltare il cuore.
Succhi le mie energie
proprio come fossi una sanguisuga,
Mi rendi stanca,
Mi mandi in paranoia
Ed io non posso niente
Perché tu sei forte,
più forte di me.
L’unica cosa che posso fare
È continuare ingurgitare pillole
per metterti all’angolo e farti tacere,
ma anche questo
rende il mio corpo più stanco
e la mia mente più contusa,
Sei maledetta ed assetata
Ed io impotente e disperata.
Tutto si divide
come i genitori,
come le famiglie che si distruggono,
come le amicizie che prendono le distanze,
come le mani che dopo essersi sfiorate
o tenute strette a lungo poi
poi si lasciano andare.
Tutto si divide
come i cuori che si sono amati
l’uno con l’altro
come i petali dei fiori ormai appassiti
o come le foglie degli alberi
che si abbandonano nel vuoto durante l’autunno.
Tutto inevitabilmente si divide
come quando strappi via la metà d’un pane,
come quando tagli la metà d’una mela,
insomma come quando rubi
a ciò che è intero la sua metà,
o come quando per una vita una morte.
Tutto si spezza
si rompe o vien portato via
non ci si può far niente
perché nella magior parte dei casi fondamentalmente è tutto costruito
però dagli altri.
E le persone alla fine dei conti
sono fatte di carne e di mille altri pezzi
ed inevitabilmente quei pezzi si rompono si sostituiscono o si dividono.
Tutto si divide ma non è mai tempo
Sali sali sali su rampe di scale infinite, per poi cadere giù giù giù quasi come fossi una delle tante gocce di pioggia pensante d’un giorno diluviante, uno qualsiasi. Pesantemente sali Pesantemente cadi, Pesantemente rompi ogni osso del tuo corpo che mai più si sistemerà, Pesantemente distruggi la tua vita e con lentezza e sofferenza riassembli i pezzi, o almeno ci tenti, Se ci riesci, come una lumaca lasci scie di amaro dolore d’un vissuto mai dimenticato, Per tutta la vita solo accantonato.
A seguire d’un periodo molto buio e tortuoso della mia vita, la terapia fu il primo spiraglio di luce infondo al terribile tunnel nel quale ebbi la sfortuna d’inoltrarmi.
La vera fortuna però fu trovare una super Dottoressa che fin dal primo giorno di seduta seppe aiutarmi e seguirmi durante la fase iniziale del mio personale percorso di guarigione, fino ad arrivare ad oggi.
Attualmente le cose non vanno esattamente a gonfie vele, potrebbero andare meglio, ma potrebbero anche decisamente andare terribilmente peggio.
Dunque il vero motivo di tutte queste spiegazioni sulla mia situazione ”clinica” è in realtà anche il filo conduttore della mia vena poetica;
Avendo affrontato un mare immenso di cambiamenti di tutti i generi,
più e meno grandi in un periodo assolutamente oserei dire anche troppo breve, tante emozioni e sentimenti di varia natura sono saltati fuori, alcune emozioni sono state per così dire livellate da un’azzeccata terapia farmacologica, ma la rabbia come la tristezza erano tanto forti, in particolare la rabbia.
Nonostante tutto però, questi due forti sentimenti sono diventati anche il vero e proprio movente per accendere in me il desiderio e la costanza per intraprendere questa strada, che alla fine della fiera è semplicemente ed unicamente la strada della poesia.